Dicembre 7, 2021
Il digitale sta rivoluzionando tutti i settori e la ristorazione può trarne immensi benefici.
La pandemia di coronavirus ha avuto un forte impatto, in particolare durante il periodo di lockdown, su tutta l’industria determinando un conseguente cambiamento delle abitudini dei consumatori.
Anche nella fase post lockdown la ripresa delle attività ristorative è stata lenta e difficile, prima causa la paura del contatto e della vicinanza con l’altro; l’estate ha aiutato indubbiamente ad allestire tavoli all’aperto e a riprendere parzialmente in mano la situazione, ma molte persone hanno ancora paura di mangiare fuori.
L’altra causa è legata al tema dello smart working: questa metodologia di lavoro in remoto ha portato un grande impatto sulla nostra quotidianità.
In questo momento la ristorazione deve mirare ad una rivoluzione completa per il proprio modello di business, puntando sull’innovazione digitale e sulle nuove tecnologie per migliorare la propria performance ed aggiornare l’approccio al cliente.
I ristoranti più innovativi, oggi, possono essere più smart degli altri concorrenti. Grazie alla tecnologia che nel settore della ristorazione qualcosa sta cambiando. Tuttavia, non bisogna pensare che per essere un “ristorante high-tech” occorra un’enorme somma di denaro, licenziare tutti i dipendenti o stravolgere completamente la gestione.
Ciò che fa la differenza è la praticità, fattore determinante per il successo. Se da un lato i clienti vorranno provare l’esperienza in forma digitale fornita dal ristorante, dall’altro potranno risultare particolarmente soddisfatti e vorranno sicuramente ritornare.
Ed è proprio di questo che stiamo parlando, il grande supporto di queste tecnologie hanno come obiettivo primario quello di rendere l’esperienza del nostro cliente più interessante, piacevole e memorabile, dal momento in cui entrano nel nostro ristorante, fino al momento in cui escono.
Sono tre i servizi principali che mano a mano stanno diventando sempre più digitali nella ristorazione:
La praticità del Menù digitale
Le norme igieniche introdotte dalla legge per rispondere all’emergenza Covid-19, vietano l’utilizzo dei tradizionali menù cartacei, perché considerati possibile mezzo di diffusione del virus. Visto che non si possono più utilizzare i tradizionali menù di carta, i ristoratori hanno due opzioni:
L’utilizzo di menu una tantum, una soluzione scomoda, costosa e insostenibile, se replicata per un numero di tavoli elevato
Offrire un menù digitale per mostrare i suggerimenti direttamente sullo smartphone del cliente
I vantaggi dei menù digitali in termini di sicurezza e praticità sono evidenti: evitando l’uso di menù cartacei si risparmia un ulteriore costo per la stampa di quest’ultimi, e si riduce così al minimo il contatto tra clienti e dipendenti.
Grazie anche alla semplice gestione degli ordini e alla riduzione dei tempi di attesa per l’ordinazione, è possibile risparmiare tempo al personale del ristorante e agli chef, facilitando la rotazione dei tavoli. È possibile peraltro aggiornare o modificare il menù, eliminare o aggiungere piatti o altre specifiche che possono essere completate in breve tempo.
Pertanto, i menù digitali sono più convenienti, più veloci e più sicuri.
Digital Booking: prenotazioni online
Molti ristoranti stanno introducendo la possibilità di prenotare un tavolo online direttamente dal proprio sito web alla data e all’ora richiesta dal cliente. In questo caso la rete si conferma come ruolo di facilitatore, dove è in grado di semplificare la gestione delle attività quotidiane da un lato e aprire nuove opportunità dall’altro.
È importante, prima di tutto, che i clienti sappiano che questa possibilità è fornita all’interno del locale, inserendo magari degli adesivi illustrativi, del materiale promozionale sulla piattaforma di prenotazione o inserire direttamente un pulsante di prenotazione sui canali digitali, per riuscire ad attrarre e a convertire potenziali visitatori in nuovi clienti.
I clienti ormai mostrano sempre di più una forte tendenza nel preferire le prenotazioni ai ristoranti online, è più conveniente, c’è una ricezione istantanea e in tempo reale delle informazioni di conferma, ed il servizio risulta più sicuro grazie alla conferma della prenotazione.
Delivery
Secondo il Rapporto RestauratoreTop 2019, il mercato food delivery, e quindi la consegna di cibo a domicilio, in Italia è stato valutato a 1,1 miliardi di dollari nel 2018, rispetto ai 74,9 miliardi di dollari a livello globale, e questi numeri sono costantemente in continua crescita.
La consegna ‘porta a porta’ riguarda tutti i partecipanti al settore della ristorazione, dai grandi ristoranti al “bar” vicino casa, per non parlare del successo del servizio grazie alle numerose app specializzate nella consegna a domicilio.
Si contano 65 miliardi investiti a livello globale nell’agrifoodtech dal 2010 al 2020, di cui il 40% nel solo comparto del food delivery.
Questo servizio, con l’emergere di nuove piattaforme digitali, non è mai stato così semplice: basta fare un clic e attendere il tuo ordine. Inoltre, la crescita in questo campo sta diventando sempre più enorme e questo boom sembra destinato a continuare, poiché i clienti richiedono sempre più, qualità, gusto e convenienza restando a casa.
NUOVE TENDENZE E STRATEGIE PER RIPARTIRE CON IL DIGITALE
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Come abbiamo già ribadito, la pandemia ha accelerato il processo di digitalisation. Ma se vogliamo parlare di numeri, stando al rapporto semestrale sugli investimenti in tecnologia alimentare, pubblicato da AgFunder, si scopre che nei primi 6 mesi del 2020 circa 960 milioni di dollari sono stati investiti nel mercato della ristorazione, e 910 milioni di dollari in horeca e vendita al dettaglio.
Sono in costante crescita le startup di food delivery anche in Italia, con un fatturato di 566 milioni di euro nel 2019. Ad oggi il 93% dei centri urbani con più di 50.000 abitanti ha già iniziato a utilizzare i servizi di consegna a domicilio, ma questa prosperità si è riflessa maggiormente in metropoli come Milano, Roma e Torino.
Il nuovo trend del 2020: aumentano sempre di più gli investimenti in start-up e gestionali per il settore della ristorazione
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Migliaia di nuove aziende nascono ogni giorno, ed è sempre più spingendo sul mercato del food & beverage.
Queste startup partecipano alle numerose gare d’appalto nazionali ed europee per ottenere finanziamenti, e crearsi una posizione durante i loro primi anni di vita.
Sulla base dei numerosi casi di successo di queste startup, nasce il desiderio di creare cose che possano cambiare le abitudini degli utenti e promuovere le operazioni quotidiane.
In questa categoria spicca il round da 400 milioni di dollari chiuso dalla startup Toast, che ha sviluppato un gestionale che può essere utilizzato dalle grandi catene ristoratrici fino alle piccole panetterie. L’investimento ha permesso alla startup di raggiungere la valutazione di 4,8 miliardi.
Un servizio simile è quello offerto dall’israeliana Tabit, che con il suo software gestionale componibile a moduli, procederà con la sua espansione grazie al round da 35 milioni di dollari.
IL ‘DIGITAL WAITER’, ARRIVA IL CAMERIERE DIGITALE
Nuove soluzioni tecnologiche sono state create pensando anche all’empowerment del personale, il principale comunicatore diretto con tutti i clienti.
Molte di queste soluzioni non sono altro che un nuovo modo per integrare l’efficienza della tecnologia e migliorare ed ottimizzare l’esperienza del cliente durante tutta la sua permanenza.
Più nello specifico, i camerieri digitali sono figure professionali soliti a lavorare e interagire con le persone e le loro richieste, utilizzando principalmente tablet e programmi software come strumenti principali di trascrizione per prendere gli ordini o svolgere altre funzioni durante il servizio.
Oramai sta diventando sempre più comune trovare dei ristoranti le cui cucine non interagiscono più direttamente con i dipendenti del ristorante, ma l’ordine viene effettuato e trasferito digitalmente ai principali dispositivi elettronici che si troveranno nei pressi della cucina, dell’area adibita al pagamento, e in altre aree di maggior interesse all’interno del locale.
Mentre l’Europa si interfaccia con i nuovi strumenti digitali, in Cina la tecnologia è già uno stile di vita. Ed ora arrivano i Robot.
Sono stati diversi i tentativi negli ultimi anni di robotizzare la figura dei camerieri o del personale, al fine di velocizzare l’efficienza del lavoro e migliorare l’accoglienza e la gestione degli ordini al tavolo.
Finora, almeno nei paesi occidentali, i risultati non hanno quasi mai soddisfatto le aspettative, forse perché è ancora difficile gestire le relazioni interpersonali che si instaurano tra i clienti in molte situazioni, utilizzando esclusivamente l’intelligenza artificiale.
Ma i robot sono già qui. È successo in Cina, dove Marius Robles, co-fondatore di Food by Robots, ha mostrato fino a che punto è arrivata la robotica nell’industria alimentare negli ultimi anni. Ora i robot non solo possono essere programmati per eseguire un’attività, ma possono essere facilmente riprogrammati per quella successiva: ciò consente di utilizzare lo stesso dispositivo robotico per diversi compiti.
Sempre in Cina, JD.com, ha adottato la robotica anche nell’industria alimentare e prevede di avere 1.000 ristoranti robotici in Cina entro il 2022.
Questi ristoranti sono completamente automatizzati, dalla preparazione del cibo al servizio, incorporano l’intelligenza artificiale e la tecnologia di guida autonoma per circolare in completa sicurezza all’interno dello spazio.
Invece in Giappone, considerata la patria della robotica per eccellenza, alcuni hotel e ristoranti utilizzano Pepper, un robot umanoide creato da Softbank, il cui scopo è leggere e analizzare le espressioni facciali, il tono e le emozioni del cliente per raccogliere gli ordini.
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