La ristorazione nel 2030: futuro lontano o realtà imminente?

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Nel prossimo futuro, il rapporto tra le persone e il cibo potrebbe assumere forme diverse e imprevedibili.
Non si vogliono elaborare teorie irrealistiche o previsioni affrettate, ma attraverso una attenta riflessione , che tiene conto delle variabili che influenzeranno lo sviluppo delle abitudini alimentari future , cercheremo di comprendere le tendenze future che andranno a determinare i nostri comportamenti.

Il 2030 rappresenta un orizzonte temporale abbastanza lontano per elaborare previsioni veritiere, ma è allo stesso tempo abbastanza vicino per presumere che gli scenari futuri di cui andremo a raccontare possano essere in verità più realistici di quanto immaginiamo.

Quest’analisi comincia con lo studio delle emozioni e delle sensazioni che ognuno di noi ha vissuto durante il periodo di lockdown e post-lockdown

La maggior parte della popolazione mondiale è stata pervasa, a livello sociale, da uno stato di ansia ed incertezza rispecchiata anche nei comportamenti assunti in ambito alimentare: i consumatori hanno manifestato una necessità di ottenere massima velocità e praticità, a causa del minor tempo a disposizione da dedicare al consumo dei pasti, 

Nella complessità di questo scenario, abbiamo identificato alcune possibili tendenze nel settore della ristorazione. 

Come nel 2030 la ristorazione affiancherà le nostre cucine.

Se guardiamo  a qualche anno fa, possiamo renderci conto di quanto ora siacambiato il modo di lavorare dei ristoranti e le abitudini di consumo dei clienti. 

A partire dal 2015, il termine “delivery” ha iniziato a diffondersi a macchia d’olio in Italia. 

In quel periodo il mercato italiano era dominato da Just Eat, col passare degli anni abbiamo visto la nascita e lo sviluppo di startup come Glovo, Foodora, Deliveroo e UberEats. 

Secondo i dati dell’Osservatorio e-Commerce B2C del Politecnico di Milano, in soli due anni, cioè nel 2017, il mercato delle consegne a domicilio ha raggiunto 201 milioni di euro, con un incremento del 66% rispetto al 2015.

Grazie a questa opzione ‘porta a porta’ il numero dei clienti è cresciuto notevolmente: la Coldiretti ha riportato che nei primi mesi del 2018 oltre 4 milioni di italiani hanno scelto di farsi consegnare i propri pasti a domicilio almeno una volta al mese; questa abitudine riguarda principalmente la fascia di età del gruppo di consumatori va dai 25 ai 34 anni.

Questa tendenza è così  in crescita, che entro il 2022 si presuppone che le piattaforme che offrono il servizio di delivery genereranno 2,5 miliardi di euro di fatturato. Secondo un rapporto della banca d’investimento svizzera UBS, a questo ritmo, si arriverà ad eliminare le nostre cucine entro il 2030: il costo dei piatti ordinati online potrebbe avere lo stesso costo, se non minore, dei piatti preparati a casa!

Secondo alcune ricerche di “Business Insider Italia” si suppone che in futuro non cucineremo più in casa. Questo rivoluzionerà l’architettura della nostra dimora, lo spazio dedicato alla cucina potrebbe ridursi fin quasi a scomparire. Voi che ne pensate? Spariranno davvero i nostri angoli dedicati ai fornelli e alla nostra creatività culinaria?

Il futuro si mangerà alcuni dei nostri piatti

Se guardiamo  a qualche anno fa, possiamo renderci conto di quanto ora siacambiato il modo di lavorare dei ristoranti e le abitudini di consumo dei clienti. 

A partire dal 2015, il termine “delivery” ha iniziato a diffondersi a macchia d’olio in Italia. 

In quel periodo il mercato italiano era dominato da Just Eat, col passare degli anni abbiamo visto la nascita e lo sviluppo di startup come Glovo, Foodora, Deliveroo e UberEats. 

Secondo i dati dell’Osservatorio e-Commerce B2C del Politecnico di Milano, in soli due anni, cioè nel 2017, il mercato delle consegne a domicilio ha raggiunto 201 milioni di euro, con un incremento del 66% rispetto al 2015.

Grazie a questa opzione ‘porta a porta’ il numero dei clienti è cresciuto notevolmente: la Coldiretti ha riportato che nei primi mesi del 2018 oltre 4 milioni di italiani hanno scelto di farsi consegnare i propri pasti a domicilio almeno una volta al mese; questa abitudine riguarda principalmente la fascia di età del gruppo di consumatori va dai 25 ai 34 anni.

Questa tendenza è così  in crescita, che entro il 2022 si presuppone che le piattaforme che offrono il servizio di delivery genereranno 2,5 miliardi di euro di fatturato. Secondo un rapporto della banca d’investimento svizzera UBS, a questo ritmo, si arriverà ad eliminare le nostre cucine entro il 2030: il costo dei piatti ordinati online potrebbe avere lo stesso costo, se non minore, dei piatti preparati a casa!

Secondo alcune ricerche di “Business Insider Italia” si suppone che in futuro non cucineremo più in casa. Questo rivoluzionerà l’architettura della nostra dimora, lo spazio dedicato alla cucina potrebbe ridursi fin quasi a scomparire. Voi che ne pensate? Spariranno davvero i nostri angoli dedicati ai fornelli e alla nostra creatività culinaria?

Nonostante il mondo della ristorazione stia  affrontando in questi ultimi due anni una forte crisi, le previsioni future prevedono vendite miliardarie per il settore, che partono da una stima di 963 miliardi per il 2021. Per questo  molte altre realtà arriveranno ad unirsi e a creare partnership con il mercato dell’HoReCa, che probabilmente acquisirà una posizione sempre più accentrata.

Ecco due tecnologie che potrebbero approdare nel settore della ristorazione nei prossimi dieci anni:

I dispositivi intelligenti

L’information technology e l’intelligenza artificiale consentiranno ai ristoranti di interagire in tempo reale e in continua evoluzione con le applicazioni, i servizi e gli assistenti personali di intelligenza artificiale, come ad esempio, Alexa di Amazon o Siri di Apple. 

Questi sistemi potrebbero imparare e memorizzare le preferenze culinarie degli utenti, i dettagli nutrizionali e i metodi di pagamento da utilizzare durante l’ordine presso le applicazioni digitali e, con questi dati, i ristoranti saranno in grado di generare menù dinamici e prezzi in tempo reale.

Lo streaming digitale servito su un piatto d’argento

Le grandi piattaforme di streaming, come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+, potrebbero arrivare a combinare il loro servizio insieme ai servizi restaurant, per fornire l’esperienza culinaria e l’intrattenimento direttamente a casa in un’unica soluzione, attraverso diversi pacchetti e abbonamenti Film + Menù. 

Lo scopo di questo articolo è proprio quello di mostrare agli operatori del settore alimentare, dalla produzione alla distribuzione e  alla ristorazione, tutti i possibili modi per raggiungere un nuovo equilibrio in futuro, caratterizzato da uno spirito di adattamento verso le nuove tecnologie.

‘’Nel passato eravamo abituati ad un pasto composto da quattro portate – spiega Lorenzo Ferrari, CEO e fondatore di Ristoratore Top – Oggi invece, complice la crisi, che equivale a meno soldi in tasca per tutti, la globalizzazione, che equivale ad un ‘appiattimento’ delle abitudini alimentari di tutto il mondo occidentale, e il fatto che si esca più spesso a mangiare al ristorante, stiamo virando velocemente verso pasti più leggeri, spesso articolati in percorsi degustativi e composti al massimo da tre sole portate, su un modello di stampo internazionale: piatto principale con contorni, dessert”

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